Kumiodori

di Rossella Marangoni

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Il kumiodori (letteralmente “danza combinata”) è un’arte performativa dell’arcipelago delle Ryūkyū, e di Okinawa in particolare. Si tratta di un teatro musicale che associa recitazione, musiche e  danze tradizionali di Okinawa ma incorpora elementi del teatro classico giapponese, ricavati principalmente da e da kabuki, ed elementi provenienti dalla tradizione performativa cinese.

Per circa 450 anni, a partire dal 1429,  l’arcipelago delle Ryūkyū fu un regno indipendente che intratteneva rapporti con l’impero cinese in quanto stato tributario. L’imperatore della Cina nominava il re e,  in occasione dell’incoronazione di un nuovo re, inviava a Okinawa un’ambasceria che veniva denominata sakuhoshi. La missione era composta da 500 membri che giungevano a Okinawa fra maggio e giugno e rientravano in Cina verso la fine di ottobre. Per intrattenere gli ospiti cinesi venivano organizzati spettacoli di musica e danza e si istituì un ministero dell’ospitalità preposto all’organizzazione dell’accoglienza e degli svaghi degli inviati. Nel 1715,  il regno nominò quale ministro dell’ospitalità e della danza (udui bugyo) Tamagusuku Chokun(1684-1734), colui che può essere definito come il fondatore del kumiodori. Chokun aveva avuto occasione di viaggiare in Giappone, visitando il feudo di Satsuma e Edo, la capitale shogunale,  e ne aveva riportato conoscenze sui generi teatrali classici di , kabuki e bunraku che avrebbero influenzato le sue opere. Gli studiosi individuano comunque nell’opera di Chokun un’evidente predilezione per il che emerge dall’analisi della drammaturgia, dalla sistemazione del palcoscenico, dall’introduzione, almeno per alcuni ruoli, dell’utilizzo della maschera per l’attore. 

Chokun venne rinominato udui bugyo nel 1718 e nell’anno successivo, in occasione delle cerimonie di incoronazione del re Shokei,  durante il banchetto di accoglienza della missione cinese tenutosi a Shuri, la capitale dell’arcipelago, vennero rappresentati per la prima volta due drammi kumiodori, Shushin kari’iri e  Nido Tichiuchi, entrambi scritti da Chokun. 

In tutto sono cinque i drammi creati da Chokun: Shushin kani’iri (Posseduta dall’amore, contrastata dalla campana), Nido Tichiuchi (La vendetta dei due figli), Mekaru shi (Maestro Mekaru), Unna munu gurui (La pazza) e Koko nu maki (Pietà filiale). Il repertorio attuale conta circa settanta drammi tradizionali, opere classiche che enfatizzano il tema della lealtà (prediletto dalla cultura giapponese) e quello della pietà filiale (di chiara derivazione confuciana e quindi cinese),  ma nuovi drammi sono stati  successivamente scritti e rappresentati, ispirati a temi attuali e caratterizzati da coreografie moderne, pur mantenendo lo stile tradizionale del kumiodori classico.

I drammi kumiodori raccontano eventi storici locali e leggende e sono accompagnati da un’orchestra costituita da koto, tamburi, flauti e da shamisen, strumenti a tre corde dalla piccola cassa armonica. Le strofe cantate hanno un ritmo caratteristico e sono basate sulla poesia tradizionale e l’intonazione peculiare della scala delle Ryūkyū, e sono cantate nell’antica lingua di Okinawa.

I movimenti fisici degli esecutori evocano quelli compiuti dalle sacerdotesse-sciamane (chiamate nuru) nei rituali tradizionali dell’antica Okinawa: antiche danze religiose (kami ashibi) e una lenta danza collegabile al giapponese nenbutsu odori (chondara) sono rintracciabili nei passi codificati dei danzatori.

Tutte le parti sono interpretate da attori uomini e le tecniche caratteristiche di Okinawa possono essere individuate nei costumi, sontuosi e dai colori spesso sgargianti, nelle acconciature, caratteristiche dell’arcipelago, e negli elementi scenografici utilizzati sul palcoscenico, costituiti da fondali altamente stilizzati e da semplici attrezzi di scena dal forte potere evocatore.

La necessità di rafforzare la trasmissione e di impedire che l’importante patrimonio culturale comune andasse perduto ha spinto gli interpreti di kumiodori a stabilire, nel 1972, la Traditional Kumidori Preservation Society che insegna le tecniche ai danzatori-attori, ridà vita a drammi dimenticati e organizza performances a intervalli regolari lungo tutto il corso dell’anno. Allo scopo è stato aperto nel 2004 a Urasoe-shi, presso Shuri, il Kokuritsu Kumiodori Gekijō (Teatro Nazionale Kumiodori).

Il kumiodori riveste un ruolo strategico nella conservazione della lingua antica di Okinawa e nella trasmissione della letteratura, delle arti performative, della storia e dei costumi dell’arcipelago e proprio per questo ruolo significativo 1l 15 maggio 1972 è stato designato dal governo giapponese quale “Importante proprietà culturale intangibile della nazione”, al pari di  kabuki e bunraku. Inoltre, il kumiodori di Okinawa è stato iscritto nel 2010 nella lista rappresentiva del Patrimonio culturale intangibile dell’Umanità dell’Unesco.

Traditional Kumiodori Preservation Society
National Theatre Okinawa
4-14-1, Serikyaku, Urasoe-shi, Okinawa-ken, 901-2122, Japan.

Bibliografia essenziale:

MIYAMA OCHNER, Nobuko, FOLEY, Kathy, “Shushin kani’iri (Possessed by Love, Thwarted by the Bell): a Kumi Odori by Tamagusuku Chokun, as staged by Kin Ryosho” in Asian Theatre Journal, March 2005.